La grave pandemia che stiamo attraversando ha generato, innanzitutto, sentimenti di smarrimento e confusione, legati soprattutto al fatto che nessuno di noi, né operatori né utenti, ne avesse mai fatto esperienza. Ciò, se da un lato ha determinato in ognuno sentimenti di insicurezza e preoccupazione, al contempo ha fatto sentire forte il bisogno di confronto e condivisione.
Questi vissuti, che accomunano l’intera popolazione, si avvertono in modo ancor più intenso nelle famiglie in cui sono presenti persone con disabilità psico-fisica, come i genitori dei bambini che frequentano il Centro ambulatoriale di Riabilitazione dell’Istituto Valdese.
Dalla metà del mese di marzo, il servizio è stato formalmente sospeso a seguito delle disposizioni dell’Assessorato Regionale alla Sanità. Gli operatori, che hanno continuato a mantenere le relazioni con le famiglie dei bambini in carico, hanno, innanzitutto, riscontrato un forte senso di solitudine ed isolamento. I nostri sono bimbi che necessitano di una guida quotidiana, che vanno seguiti passo passo per quanto riguarda le autonomie personali; fanno fatica a mantenere l’attenzione a volte anche per tempi brevi e ciò rende in molti casi difficoltosa l’organizzazione della vita quotidiana. La gestione di un bambino con diverse abilità necessita di una rete di figure che supportino sia i bambini che le figure genitoriali, alleviando la stanchezza ed il carico emotivo che deriva dalla continua necessità di intrattenerli e contenerli. I nostri sono bambini a volte inquieti, spesso iperattivi, che fanno fatica a codificare il significato del “divieto di uscire” o della necessità di mantenere una “distanza sociale di sicurezza”. Sono bambini che hanno spesso difficoltà a rispettare le regole e che devono ancora imparare a tollerare la frustrazione. La paura più forte che le nostre famiglie ci hanno espresso, è stata quella di una regressione delle capacità e delle autonomie acquisite dai figli nel corso del lavoro nel setting riabilitativo. Gli operatori dell’équipe multidisciplinare hanno tenuto in questo periodo un costante contatto sia con i bambini che con le loro famiglie, al fine di mantenere una “continuità positiva”, nella prospettiva della realizzazione di un più strutturato Progetto di “Presa in carico a distanza” che da oggi ha preso avvio, con l’obiettivo di continuare sempre più a rappresentare per le nostre famiglie un valido punto di riferimento e nell’attesa di poter riprendere il lavoro in presenza!
Monica Alfano e Rita Lutri
Assistente Sociale e Psicologa del Centro ambulatoriale di Riabilitazione