La Festa della libertà è una celebrazione dal grande valore simbolico per le comunità valdesi d’Italia. Ogni 17 febbraio ricorre l’anniversario della firma da parte del Re di Sardegna Carlo Alberto sulle “Lettere Patenti” con le quali nel febbraio del 1948 si poneva fine a secoli di discriminazione riconoscendo ai Valdesi i diritti civili e politici.
Fino ad allora infatti ai Valdesi era vietata la frequenza delle scuole pubbliche, l’esercizio delle professioni (eccetto quella di notaio e di medico, a esclusivo vantaggio degli appartenenti alla stessa confessione religiosa), la possibilità di possedere beni immobili fuori dal “ghetto alpino” delle Valli Valdesi e la libertà di culto al di fuori dei templi autorizzati.
Il 29 marzo di quello stesso anno, analoghi provvedimenti di emancipazione furono adottati nei confronti degli ebrei, ma solo successivamente maturarono le condizioni per una effettiva libertà.
La ricorrenza del 17 febbraio assume quindi un duplice significato: la festa del diritti civili concessi ad una minoranza e insieme il ricordo di un provvedimento che aprì la via alla libertà religiosa in tutta Italia.
Tra una borgata e l’altra delle Valli Valdesi furono accesi dei fuochi per comunicare la buona notizia, e ancora oggi i tradizionali falò vengono accesi per ricordare quella conquista e sostenere chi ancora non ha raggiunto le stesse libertà.