Si è conclusa a Palermo la Summer School organizzata dalla Conferenza delle chiese europee. 45 delegati da tutto il continente per affrontare il dramma delle migrazioni
“I diritti umani non sono un supplemento delle politiche di immigrazione e asilo. Dovremmo anzi elevarli al ruolo di componente chiave di tutte le politiche legate alle migrazioni e ai rifugiati”.
Questo è stato il messaggio e il ragionamento centrale della quarta Summer School sui diritti umani della Conferenza delle chiese europee (Kek), ospitata dai locali del centro diaconale La Noce di Palermo dal 2 al 6 luglio scorsi. L’incontro ha riunito 45 esperti di diritti umani, studiosi e rappresentanti delle chiese di tutta Europa, per una cinque giorni di dialogo e studio intensivo. L’appuntamento è stato organizzato dalla Ccme, la Commissione delle chiese per i migranti in Europa, dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dallo stesso centro “La Noce”. A fare gli onori di casa il pastore Peter Ciaccio, già membro in passato del gruppo di lavoro sui diritti umani della Kek. Vari insegnanti e esperti del settore hanno aggiornato i partecipanti riguardo le normative internazionali relative al settore dell’immigrazione, del diritto di asilo e di gestione dei rifugiati. Contenuti che hanno trovato una chiave di lettura anche nei ragionamenti biblico- teologici che ogni giorno accompagnavano i lavori secondo la prospettiva delle varie tradizioni cristiane rappresentate dai presenti.
Göran Gunner, moderatore per la Kek del gruppo di lavoro tematico sui diritti umani ha osservato come «sia importante per le chiese europee sia ragionare sugli aspetti teologici che su quelli giuridici relativi ai diritti dei migranti e dei rifugiati perché esse possano avere un ruolo forte e un impatto reale sulle decisioni in materia che vengono prese a livello delle varie nazioni e di Unione europea».
Testimonianze di varie donne e uomini che hanno attraversato il mare per sfuggire e guerre e miserie hanno particolarmente colpito i presenti, stimolati a ragionare sulle migliori azioni da condurre per tentare di arginare il fenomeno in corso e di offrire al contempo situazioni di degna e reale accoglienza.
Grande preoccupazione è stata espressa di fronte alla tendenza dei governi europei di limitare l’accesso agli stranieri e al contempo di abusare delle misure detentive per la gestione dei flussi. E’ stato espresso un forte sostegno al progetto dei passaggi sicuri verso l’Europa, quei corridoi umanitari gestiti dalla federazione delle chiese evangeliche e dalla Comunità di Sant’ Egidio che al momento hanno consentito a 850 donne, uomini e bambini di raggiungere il nostro paese in aereo, senza l’incubo dell’attraversamento in mare. Talvikki Ahonen del comitato esecutivo del Ccme ha ribadito che «la collaborazione con le chiese è fondamentale per continuare il percorso di intervento e sensibilizzazione in materia, sempre con ben salda in mente l’idea che il rispetto della dignità delle persone sia punto focale del nostro intervento».
«Siamo molto felici di aver potuto ospitare a Palermo i delegati delle chiese europee – ci racconta Antonio Fontana, responsabile della foresteria del centro diaconale La Noce – . Non è stata per noi la prima volta e abbiamo raccolto i complimenti dei delegati che ci hanno detto che non vedevano l’ora di poter ritornare ospiti nelle nostre strutture in Sicilia. I vari rappresentanti hanno partecipato al culto con Santa Cena presso la chiesa di via Spezio, un significativo momento comunitario che ha rafforzato ulteriormente uno spirito di fratellanza molto acceso, volto a trovare soluzioni reali di fronte al dramma delle migrazioni. Per noi è stato un piacere e un onore e speriamo di poter presto replicare una simile esperienza, in una terra in prima linea nei progetti di accoglienza degli stranieri».
da riforma.it
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