Non abbiamo mai creduto in una scuola fatta di muri e confini, le porte delle nostre classi sono rimaste aperte sul mondo e sulle relazioni, anche in quelle settimane di tempo sospeso tra le stanze delle nostre abitazioni. Ecco perché, nonostante la nuova situazione sanitaria e i protocolli rigidissimi che abbiamo adottato al fine di continuare a garantire l’esperienza di apprendimento in totale sicurezza per bambini e bambine, oggi inauguriamo una finestra sul mondo della nostra scuola in cui proviamo ad azzerare le distanze e a raccontarvi quello che accade nelle classi e nel giardino dell’Istituto valdese.
Prima della pandemia le famiglie avevano un contatto quotidiano con la Scuola dell’infanzia e la Scuola primaria dell’Istituto valdese, che purtroppo oggi non è più possibile avere in presenza: costantemente partecipi alle attività che animano il centro durante tutto l’anno scolastico, dai laboratori di musica, arte e teatro alle attività sportive in palestra, fino all’evento a ridosso della fine della scuola, la “Festa delle famiglie”, un momento che da sette anni riunisce l’intera comunità educante con l’obiettivo di conoscersi, raccontare e far raccontare la pluralità delle realtà familiari e delle loro storie.
Questo piccolo spazio online sarà un modo per far arrivare fuori dallo spazio fisico quel vociare quotidiano che tutti i genitori riconoscono come momento di vita e gioia della condivisione e che a un mese dalla ripartenza della scuola in presenza, nonostante le preoccupazioni che sullo sfondo rimangono costanti, ci da il senso e la misura della nostra mission: occuparci della crescita e dell’educazione delle bambine e dei bambini stimolando l’intelligenza e le abilità anche di fronte a degli ostacoli.
Sin dal primo giorno di scuola le nostre insegnanti e i nostri insegnanti si sono resi immediatamente conto di quanto fosse forte nei bambini il desiderio di rivedersi: la dimensione della relazione in presenza non può essere sostituita in altro modo. Il piccolo gruppo classe ha infatti una funzione importantissima sia nell’ambito dell’apprendimento ma anche della possibilità di ascoltarsi, di sostenersi e di essere cooperativi.
La dimensione dello spazio, del tempo e della vicinanza fisica hanno subito profonde trasformazioni ma nonostante le nuove modalità con cui si condividono gli ambienti non mancano anche i momenti all’aria aperta, nel campetto o nel giardino della scuola dell’infanzia.
Ognuno di loro ha sperimentato moltissimi cambiamenti, ma i bambini hanno delle capacità e delle risorse tali da consentirgli di affrontare ogni novità. Solo per fare un esempio, quel ritrovarsi tra grandi e piccoli in un’unica mensa comune non esiste più e i bambini adesso mangiano la loro merenda ed il pranzo in classe: anche questa nuova dimensione è stata accettata e trasformata in un piccolo rito di condivisione più intimo ma sempre divertente.
In classe si fa un grande lavoro sulle emozioni e sulla regolazione affettiva: c’è sempre uno spazio per poter parlare di quello che i bambini e le bambine sentono, delle angosce, delle preoccupazioni, delle paure che vivono e che respirano, magari ascoltando le notizie al telegiornale o nel confronto quotidiano con persone a loro vicine.
Le insegnanti e gli insegnati si sono poi rivelati dei professionisti eccezionali, soprattutto nei mesi in cui è stata implementata la didattica a distanza, capaci di sviluppare metodologie e modi sempre nuovi per rimanere vicini ai loro alunni e alle loro alunne. Il loro sforzo non è esclusivamente cognitivo ma anche e soprattutto fisico: mantengono alto l’entusiasmo nonostante le rigide norme che il distanziamento impone.
Presidi, insegnanti, operatori e tutto il mondo della scuola sta impegnando ogni energia e trovando soluzioni affinché la scuola rimanga aperta, e anche gli stessi studenti si stanno dimostrando i più motivati alleati in questo impegno comune perché nessuno di loro vorrebbe mai rinunciare a questo spazio di libertà, apprendimento e condivisione.
Ecco perché il desiderio di una scuola sempre aperta deve coniugarsi al senso di responsabilità collettiva e allo sforzo di mantenere comportamenti che consentono davvero di prevenire il rischio del contagio.