Abitare è un diritto umano
Nel 2018 il Centro Diaconale “La Noce” ha deciso di allargare il proprio impegno e le azioni di cura verso le persone senza dimora. Oggi, all’interno degli spazi dell’Istituto Valdese, il Polo di accoglienza diurna e notturna Martin Luther King ospita persone che non possiedono più una casa e consente la presa in carico globale dei loro bisogni.
Dentro la nostra struttura possiamo ospitare fino a 24 persone: uomini e donne che vivono in condizioni di estrema precarietà, privi di un reddito, di un valido sostegno familiare, di autonomia economica, lavorativa, personale nel soddisfacimento dei bisogni primari; beneficiari di protezione internazionale, sussidiaria e umanitaria, ma anche, richiedenti asilo o migranti che non possono beneficiare di tale status; persone con dipendenze, persone senza dimora che hanno subito ricoveri ospedalieri, interventi chirurgici o che hanno sofferto malattie che richiedono degenze prolungate.
I nostri ospiti vengono supportati in un percorso di riacquisizione della propria autonomia abitativa e nel superamento delle condizioni di povertà estrema e di invisibilità sociale in cui si sono ritrovati. Esprimendo i propri desideri e bisogni, le persone che beneficiano del servizio decidono quali sono i nuovi obiettivi del proprio futuro, una sfida supportata dalla nostra equipe multiprofessionali in coordinamento con i servizi del territorio.
Il modello di intervento
Privilegiamo il cosiddetto “approccio a gradini” che prevede una successione di interventi propedeutici l’uno all’altro, dalla prima accoglienza al reinserimento sociale e abitativo.
La metodologia di intervento si articola attraverso l’identificazione di macro-obiettivi:
- garanzia di una risposta ai bisogni primari di ricovero notturno, pasti e igiene personale in uno spazio protetto e tutelato;
- offerta di percorsi di orientamento, affiancamento ed accompagnamento all’acquisizione dei diritti di cittadinanza ed alla fruizione di tali risorse e servizi, in particolare quelli sociali e/o sanitari;
- offerta di sostegno umano, esistenziale e professionale in funzione del recupero del proprio benessere inteso come soddisfacimento dei bisogni esistenziali oltre che relazionali;
- offerta di attività laboratoriali di economia domestica e giardinaggio.
Le segnalazioni delle persone senza dimora presso il Polo vengono eseguite dall’U.O. “Contrasto alla grave marginalità adulta” che valuta il bisogno e la presa in carico da parte dei servizi, nonché l’ammissione in regime ordinario tenendo in considerazione la disponibilità dei posti e la lista di attesa. L’ingresso in regime di emergenza viene curato dall’Unità di Strada della Croce Rossa, in accordo con quanto previsto dal progetto Pon Metro “Città di Palermo” 2014-2020-asse 3-Servizi per l’inclusione Sociale (OT9-FSE) azioni integrate di contrasto alla povertà abitativa – Poli diurni e notturni per l’accoglienza di soggetti fragili in povertà socio-sanitaria.
L’emergenza homelessness
Abitare è un diritto umano. Tuttavia, il fenomeno che interessa le persone senza dimora è strutturato con cause e percorsi di impoverimento che coinvolgono più profili di persone e, stando ai pochi dati a disposizione (ISTAT), è in costante crescita. Nell’Unione Europea le persone senza dimora sono circa 700 mila, in Italia se ne stimano 50.724 (dati del 2015), mentre Palermo si posiziona al terzo posto sul panorama nazionale.
Il polo diurno e notturno per l’accoglienza del Centro Diaconale “La Noce”, dal 2018 a oggi, ha ospitato e accompagnato in un percorso di inclusione sociale 171 persone (dato dicembre 2021). Attraverso l’assistenza psicologica, l’assistenza legale, l’orientamento ai servizi presenti sul territorio e il tutoraggio nei percorsi verso la visibilità e la riappropriazione del proprio io, è emerso come, nella stragrande maggioranza dei casi, i fattori che accomunano la condizione esistenziale delle persone che hanno perso la propria abitazione sono: la presenza di una storia personale di vita caratterizzata da eventi drammatici e traumatici, la solitudine e l’isolamento familiare, la povertà (reddito insufficiente, situazioni debitorie, lavoro precario e mal retribuito), i disagi connessi alle dipendenze da alcol, sostanze o gioco patologico, le fragili condizioni di salute, la pregressa carcerazione, la condizione di straniero, profugo o richiedente asilo.
La struttura ha dato un tempo e uno spazio necessari a tanti uomini e donne in stato transitorio di vulnerabilità, mettendo al centro i loro diritti: salute, studio, formazione, lavoro, una vita migliore. Fondamentale per il raggiungimento della piena autonomia è stato il lavoro svolto dalle equipe professionali che, grazie all’approccio multidisciplinare, hanno potuto rispondere alle esigenze autentiche delle persone, risvegliando la capacità di ricominciare a sperare e desiderare.